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Ritter Kahlbutz



Mi piacciono i sottobicchieri che dietro hanno una storia e spesso mi diverto a approfondire l'argomento, qualche volta si scoprono cose realmente inattese.
Questa serie di 3 soggetti, insolita sia per il formato di 102 mm per 102 mm che per le vignette, lontane dalla classica iconografia dei sottobicchieri tedeschi, è stata realizzata alcuni anni fa dalla birreria tedesca Klosterbrauerei di Neuzelle nel Brandeburgo ed è dedicata a Ritter Kahlbutz. Ma chi era questo cavaliere? E che ha fatto per figurare in una serie di sottobicchieri?

Si tratta di un personaggio realmente esistito:
Christian Friedrich von Kahlbutz (1651-1702), cavaliere e feudatario di Kampehl (Germania).
Partecipò, al servizio del Grande Elettore del Brandeburgo, alla guerra contro gli svedesi e fu ferito nella battaglia di Fehrbellin (1675).
Ebbe undici figli legittimi e forse una quarantina di figli illegittimi.
Morì a 52 anni per uno "sbocco di sangue" e fu sepolto nella chiesa di Kampehl.

E le didascalie dei sottobicchieri descrivono anch'esse, anche se in maniera più pittoresca del mio scarno resoconto, la sua vita.

Ma in realtà la fama di Ritter Kahlbutz non è dovuta a quanto fece in vita, si deve al fatto che, nel 1794, durante i restauri della chiesa, quando la sua tomba fu aperta la sua salma fu ritrovata in perfetto stato di conservazione, mummificata naturalmente.
La scienza dell'epoca non aveva nessuna spiegazione del fatto (anche oggi il fenomeno non è completamente spiegato) e ne nacque una leggenda, anzi due, ad una leggenda locale se ne contrappone sorprendentemente una legata alla tradizione della toscana Altopascio e dei suoi Cavalieri del Tau.
I Cavalieri del Tau erano un antico ordine cavalleresco nato ad Altopascio per controllare la via Francigena e assistere i pellegrini che la percorrevano. Ordine confluito poi, con bolla papale del 1587, nei Cavalieri di Santo Stefano.

Entrambe le leggende si rifanno ad un episodio della vita del cavaliere che venne accusato da una serva di aver ucciso il suo promesso sposo, un pastore, per vendetta perché lei aveva rifiutato la "Ius primae noctis".
Nella leggenda popolare tedesca Christian Friedrich von Kahlbutz giurò di essere innocente dicendo "Se davvero io sono l'assassino, voglia allora Dio che le mie spoglie non marciscano" e fu assolto.
Secondo la leggenda di Altopascio invece il cavaliere noto come Christian Jacopo Kalbutz venne condannato a morte ma anziché essere consegnato al boia, essendo di nobile lignaggio, fu costretto a suicidarsi col veleno e prima di morire dichiarò solennemente "In nome del Tau di cui sono leale cavaliere io chiedo, per prova della mia innocenza, che dopo morto il mio corpo non abbia a decomporsi".

La mummia di Ritter Kahlbutz, esposta in una teca di vetro, è ancora oggi visibile a Kampehl che è una frazione di Neustadt (Dosse) ed è diventata un'attrazione turistica.

Le birre Ritter Kahlbutz sono attualmente prodotte da un altra birreria tedesca, la Münch-Bräu di Eibau.

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